lunedì, aprile 14, 2008

 

IL LIBRO VA RISPETTATO


Un Grande Vecchio, un mito vivente della critica d’arte e dell’estetica moderna, Gillo Dorfles, ieri sera è stato ospite di Che Tempo Che Fa, una dei rari gioielli TV, piccola delizia impermeabile nel mare magnum del trash televisivo.
Intervistato dal bravissimo Fabio Fazio, il vecchio (buon vecchio) Gillo ha, diciamo, confessato una debolezza umana: quando legge, segna, sottolinea e perfino fa le orecchie alle pagine…………..!!
Ebbene, mi sento più che confortato! Da sempre tutti intorno a dirmi che “il libro va rispettato”.
Dal mio punto di vista non c’è miglior rispetto verso un libro, vorrei dire verso la sua essenza, il suo contenuto (non il suo essere soprammobile), che “viverlo”, dargli anima con segni della nostra anima di lettori.
Io annoto, benché molto meno di quando ero ragazzo divoratore di libri. Forse quei velati ma continui rimproveri da parte di tanti mi hanno indotto via via nel tempo a manipolare meno la carta stampata, e quindi a sottolineare anche meno. Ma quando lo facevo, annotando anche delle glosse di riflessione a margine, in qualche modo era un partecipare del lavoro dell’Autore, un dirgli: “ecco, ti sto ascoltando, vorrei intervenire, farti delle domande…….., ho queste e queste altre perplessità….. Su questo non sei stato esauriente… Vorrei approfondire…………”, eccetera.
Ma faccio le orecchiette. E non solo per segnare la pagina da cui riprendere la lettura la volta successiva. Per me è sempre stato un rafforzativo delle sottolineature; adesso in un certo senso le sostituisce.
È un modo per segnalare a me stesso che in quella pagina, da qualche parte, c’è un passaggio che mi ha particolarmente interessato, che ha catturato la mia attenzione.
Come ogni buon lettore, do i miei libri – ahimé sì – volentieri in prestito.
(Volentieri e ahimé non si contraddicono: presto volentieri, ma ahimé non sempre mi vengono restituiti, ecco.)
Ma quando do in prestito, raccomando che non mi si tolgano le orecchiette alle pagine!
Non sempre me le conservano. E in questi casi mi sembra di perdere tracce importanti della mia vita interiore, del mio muto dialogo con quel libro e quell’Autore.

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