sabato, dicembre 04, 2010

 

I CARI ESTINTI


"Il primo comunista che ho conosciuto era una comunista. Si chiamava Elvira, aveva curve maliziose e ballava divinamente il samba all'italiana. Per di più s'era invaghita di Walter Audisio perché lo riteneva il killer di Mussolini. Andavo per i tredici anni e la sbirciavo nel dancing del Pci, vicino al mio caseggiato di ringhiera. Dopo l'odalisca rossa, ho fatto molti altri incontri per raccontare da cronista le avventure dei padroni politici della Prima Repubblica. Li ho conosciuti talmente bene che, con l'andar del tempo, sono diventati i miei vicini di scrivania. Più li osservavo, più me li vedevo accanto. Così oggi mi domando: stavamo meglio quando c'erano la Dc, il Pci e il Psi, oppure adesso, con i carrozzoni personali di questo fosco 2010? Lascio la risposta ai lettori dei "Cari estinti", un titolo beffardo e un tantino nostalgico. Gli estinti sono i potenti che dal 1948 al 1989 hanno guidato l'Italia. Nel rievocarli, mi sono sentito un viaggiatore che narri la fine di un mondo esplorato per anni. Dominato da leader come il pio Rumor, l'irriducibile Fanfani, l'eterno Andreotti, l'enigmatico Moro, l'aggressivo De Mita, il monacale Berlinguer, l'ardimentoso Craxi, il tenace Almirante, l'ambizioso Spadolini. Li ho rimessi sulla scena ripercorrendo il loro tempo. Il caos delle correnti. L'alterigia dei ras locali. Il cancro della mafia. Le bombe del terrorismo. Il sequestro di Aldo Moro. Il ciclone della Loggia P2. La guerra fra comunisti e socialisti."

 

L 'ORO DEL VATICANO


Oro come denaro. Oro come proprietà immobiliare e territoriale. Oro come fasto di opere d’arte. Oro come proprietà del Vaticano che costituiscono un vero e proprio tesoro. È il frutto di una cattiva amministrazione della Santa Sede, che ha provocato un allontanamento dallo spirito umile e povero raccomandato da Cristo e favorito l’impiego di certe ricchezze in campi ben lontani dallo spirito apostolico.La gestione di questo patrimonio fa capo ad apposite commissioni cardinalizie con l’assistenza di finanzieri laici, e il denaro è custodito negli istituti bancari dello IOR e dell’APSA, con depositi sotterranei di oro e diramazioni nelle casseforti delle Isole Cayman: un autentico Fort Knox fuori da ogni legge.Il denaro della Santa Sede si è capitalizzato, ironicamente, dalla fine dello Stato Pontificio, coincidente con una crisi delle casse vaticane, ovvero dalla sua ricostituzione come Città del Vaticano, avvenuta con i Patti Lateranensi del 1929, e attraverso operazioni bancarie talvolta illecite, con riciclaggio di denaro “sporco”. Queste vengono passate in rassegna con un documentato capitolo, in collegamento con gli istituti economico-finanziari, per svilupparsi nell’illustrazione delle altre fonti di reddito sacroprofane che hanno origine dalla medievale confessione a pagamento e dalla vendita delle indulgenze, e che ancora oggi rivivono nel mercimonio funebre, nello sfruttamento finanziario del sacramento del matrimonio e nel suo annullamento connesso con la Sacra Rota

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