venerdì, gennaio 04, 2008

 

KHALED HOSSEINI


Spesso per tutti noi parlare di Afghanistan è scontrarsi su diverse posizioni politiche, sulla partecipazione o meno dei militari italiani al conflitto, sulle strategie internazionali e sui rapporti di potere tra stati. Si parla anche di terrorismo e della più opportuna lotta contro questo nemico, si discute, tranquillamente seduti nelle nostre case, negli uffici, nei caffè cittadini… e invece Afghanistan è soprattutto dolore e morte, è sofferenza e vittime innocenti, è una guerra infinita che ha distrutto villaggi e città, è la perdita della speranza.E per le donne? Umiliazioni, discriminazioni, botte e violenze. Da troppi anni sono proprio loro ad aver sofferto di più e ad aver subito, oltre tutto il male che le varie guerre susseguitesi hanno arrecato a tutti gli afgani, anche una particolare forma di guerra privata: quella che gli uomini, con padri e mariti in prima fila, hanno condotto nei loro confronti, complice e in alcuni periodi, mandante e fomentatore, l’autorità pubblica.In questo secondo romanzo Hosseini parla di tutto ciò attraverso le vicende di due donne (diverse per estrazione sociale e culturale), vicende che a un certo punto si intrecciano e che diventano una sola storia

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